La convivialità delle differenze

I Verbi del Cuore

Ac-cor-darsi


Nella musica funziona esattamente così: un accordo è fatto di note diverse e armoniose tra loro.
Don Tonino Bello parlava di “convivialità delle differenze”. laddove la convivialità sta nel sedersi intorno ad un tavolo, discutere, parlare, ascoltarsi, confrontarsi, apprezzarsi perché si è diversi, ritrovare la molteplicità senza appiattirla nell'azzeramento di tutte le differenze e in un unanimismo fatuo e generare autentiche relazioni. Qui va ricuperato tutto il discorso del dialogo, dell'accoglienza, del confronto, del rispetto, dell'accettazione...
«Gesù, uomo di pace, andava anche nella casa del fariseo... lui è l'unico che guardava negli occhi una prostituta senza arrossire e senza farla arrossire. Lui ha cambiato il modulo di rapportarsi con Dio, con gli uomini, con le cose. L’altro, qualsiasi altro, è un volto da scoprire, da contemplare, da accarezzare, da togliere dalle nebbie dell’omologazione e dell’appiattimento. Un volto da contemplare, da guardare e da accarezzare. E la carezza non è mai un prendere per portare a sé, ma è sempre un dare. La Pace, da questo punto di vista, è comunione, è condivisione…! E’ condividere col fratello gioie e dolori, progetti e speranze! E’ portare gli uni i pesi degli altri, con la tenerezza del dono. E’ attesa irresistibile di incontri festivi. E’ ansia di sabati senza tramonto, da vivere insieme, sul cuore della terra. Magari, trafitti da un raggio di sole, come nei versi dei poeti. In attesa dell’ultima sera, che ci introduca nella domenica eterna, di cui la pace che sperimentiamo quaggiù è solo un pallidissimo segno».
AC-COR-DARSI è avere rispetto dell'altro, delle sue idee e della sua cultura, senza pretendere di convincere o di convertire, ma sentire la necessità di confrontarsi e  la bellezza di crescere insieme. Del resto, per far risuonare un accordo, bisogna toccare più corde o suonare più tasti contemporaneamente.
AC-COR-DARSI è anche un esercizio di simultaneità, dove il tempo ha la sua valenza: non bisogna correre né rallentare, ma oc-corre sapersi aspettare, prendere lo stesso passo, perché i ritmi di-versi non diventino disgreganti e devastanti.
AC-COR-DARSI è avere il cuore che batte allo stesso ritmo, che pulsa dando gli stessi segnali di speranza, che dà il tempo giu-sto e si mette d'accordo con altri cuori. Quando la diversità trova l'accordo, cadono le barriere e i mu-ri e ci si apre all'incontro e alla voglia di costruire ponti. Ma solo se le due rive da collegare sono simmetriche, sullo stesso piano, oltre la logica del prevalere o dell'annientare; solo nella logica dell'ascolto e del dono. 
AC-COR-DARSI, per concludere, non è appiattirsi, ma fare lo sforzo comune di andare oltre il proprio 'io', per comprendere la logica più grande del 'noi'.
 

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